giovedì 9 aprile 2009

Il seminario di Andreas...





I care

Don Milani e la scuola di Barbiana








Mentre guardavo i filmati di alcuni momenti del seminario "I care" nella mia mente si sono attivate tante "connessioni" alla vita di classe. Quante volte mi capita di dover interrompere la lezione, di seguire altri percorsi, diversi da quelli programmati la sera prima a tavolino, percorsi magari sconosciuti fino a quel momento, ma che, a parte il mio iniziale imbarazzo, mi fanno scoprire nuove modalità di approccio ai miei alunni, nuove vie della conoscenza.


Certo mi accorgo che simili percorsi puntano tutto sulla qualità anzichè sulla quantità, sulla qualità del rapporto con gli alunni e su quella dei contenuti dell'apprendimento, su un apprendimento che non può più essere concepito come il raggiungimento di un "tutto", ma le cui parti vanno continuamente ricercate, approfondite, modificate; d'altra parte non potrà essere altrimenti nella nostra società della conoscenza.


Mi veniva da pensare anche alla classe come sistema sociale aperto, caratterizzato dalle azioni, dai comportamenti, dalle specifiche attività compiute dai soggetti, in una dinamica incessante che tende a modificare gli equilibri raggiunti e a crearne di nuovi. Penso anche al forte "bisogno" dei miei alunni, digital natives, di scambio comunicativo, al desiderio di collaborare con gli altri, di conoscere culture diverse dalla loro e questo mi porta a riflettere molto sugli atteggiamenti competitivi che la scuola, in forme più o meno dichiarate, ha sempre stimolato.

"I care" per me oggi significa crescita insieme ai miei alunni, crescita nella relazione, nell'attenzione all'altro, nel rispetto dei diritti inviolabili di ogni uomo, nella conoscenza che ci arricchisce e che ci fa sentire partecipi della cultura dell'umanità.

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